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La vera storia della Signora Paola

La vera storia della Signora Paola

Cerchi di capirmi Signor Berto…

Eravamo nel pieno dell’emergenza Covid e ascoltavo al telegiornale un sacco di cattive notizie: recessione, crolli di borsa con miliardi investiti andati in fumo…
Provavo a contattare la mia banca per avere delle rassicurazioni, ma era impossibile parlare con qualcuno, figuriamoci fissare un appuntamento in filiale.
L’unico strumento a mia disposizione in quelle settimane era l’home banking, dove vedevo scendere giorno dopo giorno il valore dei miei investimenti.
Proprio come diceva la TV, decine di migliaia di euro di sudati risparmi andati in fumo in un amen.
Nei primi giorni della discesa ho resistito, poi lo sconforto ha avuto la meglio e ho liquidato le mie posizioni.
Com’era possibile che stessi perdendo tutto se con l’impiegato dell’istituto, a suo tempo, ero stata chiara e avevo insistito per degli investimenti “sicuri”?
Perdite ovunque, anche sui “tranquilli” titoli di Stato!
Basta! Non ci voglio più cascare! Non investirò mai più in futuro e lascerò tutto sul conto corrente dove almeno i miei soldi saranno al sicuro!

Questa è la confessione della Signora Paola che si è recentemente rivolta a me per una consulenza in tema di investimenti, dopo aver liquidato il suo intero portafoglio a cinque zeri presso la storica banca con la quale lavorava da circa 30 anni.
Quante storie come quella di Paola ho sentito in questi anni di libera professione, dopo la mia lunga militanza in banca…
Storie comuni a molti italiani, che hanno portato il nostro paese ad avere oggi la cifra record di 1.600 miliardi di euro parcheggiati sui conti correnti a rendimento negativo.
In conto corrente si ha infatti la matematica certezza di perdere continuamente potere d’acquisto, a causa dell’inflazione e dei costi imposti dall’istituto.
Pensa che 1.000 euro dell’anno 2000 ne valgono oggi 588.
Nel 2010 l’Italia era il primo paese per ricchezza privata pro capite dei paesi del G7.
Oggi siamo scesi all’ultimo posto, perché mentre altrove investono in azioni, obbligazioni e fondi pensione, vedendo crescere la loro ricchezza nel tempo, la nostra è rimasta per lo più ingessata in conti correnti e immobili.
In tanti anni trascorsi nell’ambito della Consulenza Finanziaria, ho potuto notare come le performance derivino molto spesso non tanto dai mercati e dai prodotti, ma soprattutto dai comportamenti degli investitori, vittime spesso delle loro stesse emozioni.
La soluzione sta allora proprio nella (buona) Consulenza Finanziaria: conoscenza dei mercati, conoscenza dei prodotti, ma soprattutto conoscenza del cliente e gestione delle sue emozioni.

Vede, pochi giorni dopo aver liquidato gli investimenti che avevo in banca, con un perdita secca in poche settimane del 19%, ho parlato di questa decisione con mio fratello Roberto, da Lei seguito ormai da alcuni anni.
Roberto mi ha detto che ho sbagliato 2 volte: la prima perché non si vende mai dopo i crolli di Borsa, la seconda perché anni fa non avevo ascoltato il suo consiglio di rivolgermi anch’io a Lei, preferendo rimanere nella mia area di comfort, e mantenendo i rapporti in essere con la mia storica banca di riferimento.
Paola mi ha poi sottolineato:  mio fratello riceveva tutti i giorni i suoi messaggi WhatsApp, legge le sue mail e le sue quindicinali “7 Notizie in 7 Minuti”, le parla al telefono e se serve anche in video chiamata, mi ha raccontato dei vostri periodici incontri di monitoraggio.
Mentre io ero nel panico più totale, lui aveva la serenità di chi si sente seguito e consigliato, con la consapevolezza di chi sa quello che sta facendo.
L’ho chiamata per questo Davide, perché anch’io voglio avere quella consapevolezza e quella serenità finanziaria che mio fratello ha trovato grazie a Lei.

Queste sono le vere soddisfazioni che rendono splendido e unico il mio lavoro!
Lavoro che, oggi più che mai, mi chiama alla responsabilità e a un ruolo sociale sempre più importante e insostituibile.