Ritorna oggi l'appuntamento con l'esplorazione del fantastico (a mio avviso) libro "
La Psicologia dei Soldi" di Morgan Housel.
Siamo arrivati al capitolo 16 di 20, il cui titolo è "Io e te - Attenzione a fidarsi dei consigli finanziari di persone che fanno un gioco diverso dal vostro".
Nella storia recente diverse "Bolle" (finanziarie e non) hanno drasticamente ridotto la ricchezza delle famiglie.
Pensa alla bolla tecnologica delle dot.com nei primi anni Duemila, o alla bolla immobiliare successiva.
Sono eventi che rovinano la vita alle persone.
Hanno tutti caratteristiche similari e riconoscibili, eppure ciclicamente si ripetono.
Perché continuano allora a ripetersi?
Perché non impariamo la lezione una volta per tutte?
La risposta classica a queste domande conduce all'irrefrenabile avidità umana.
L'avidità è un tratto indelebile della nostra natura.
Ma attribuire all'avidità tutta la colpa delle bolle è riduttivo.
Le bolle, in realtà, sono chiare solo a posteriori.
Spesso le loro cause e le loro colpe non si chiariscono mai del tutto.
La loro genesi è difficile da spiegare: è un pò come chiedersi perché scoppiano le guerre.
Quasi sempre ci sono molteplici ragioni che si sovrappongono.
E' un argomento troppo complicato per potersi affidare a semplici risposte.
Morgan Housel ci indica però una possibile causa applicabile a tutte le persone: spesso chi investe, senza accorgersi dell'errore, si ispira ad altri investitori che stanno però giocando ad un gioco diverso.
Quando gli investitori hanno obiettivi e orizzonti temporali diversi, i prezzi che ad uno sembrano ridicoli diventano sensati a un altro, proprio perché i fattori a cui prestano attenzione quegli investitori sono diversi
.
Chi fa trading intraday può ottenere il suo scopo sia che l'azione prescelta costi 500 $, sia che ne costi 5.
L'importante è che quel titolo si muova nella direzione giusta in quel preciso giorno.
Le bolle si formano quando lo slancio dei rendimenti di breve termine attrae abbastanza capitali perché la composizione della comunità degli investitori si sposti da una prevalenza di lungo termine a una di breve.
Il processo si autoalimenta.
Man mano che i trader spingono verso l'alto i rendimenti di breve, attraggono altri trader.
I più frequenti titoli di giornale dell'epoca delle dot.com annunciavano un volume record di scambi, che è ciò che accade quando gli investitori comprano e vendono in un solo giorno.
Dentro e fuori.
On Off.
Era l'epoca del day trading, della telecronaca di Borsa minuto per minuto.
Tutto l'opposto di una logica di lungo periodo.
Tanto che, a metà degli anni Novanta, la stampa sostituì le tabelle annuali dei punteggi con dei rapporti trimestrali.
Quel cambiamento condusse gli investitori a inseguire la performance, correndo a comprare i titoli e i fondi in cima alla classifica proprio quando erano più costosi.
La stessa cosa è accaduta durante la bolla immobiliare americana di metà anni Duemila.
Pagare 700.000 $ per un trilocale in Florida è insensato se si pensa di viverci con la famiglia per un decennio.
E' però perfettamente sensato se si pensa invece di rivenderlo dopo pochi mesi, sulla scia di un mercato rialzista, per ottenere rapidamente un profitto.
Proprio questo fecero molte persone durante la bolla.
In quel periodo il numero di case americane vendute più di una volta in soli dodici mesi aumentò di 5 volte: da 20.000 unità nel primo trimestre 2000 a oltre 100.000 nel primo trimestre 2004.
L'unica cosa che interessava a quelle persone non era il prezzo in sè, ma che il prezzo della casa aumentasse il mese dopo il loro acquisto.
E per molti anni andò veramente così.
Quegli investitori immobiliari si possono allora definire speculatori.
Irresponsabili anche.
Ma di certo non tutti erano irrazionali.
La formazione delle bolle è causata da persone normali che, più o meno razionalmente, si spostano verso il trading a breve termine per sfruttare uno slancio che si autoalimenta.
E' difficile pretendere che le persone, davanti ad un trend di forte rendimento nel breve termine, rimangano fuori dal gioco.
Non è così che funziona il mondo: i profitti verranno sempre inseguiti.
Le bolle fanno i loro danni quando gli investitori di lungo termine giocano al diverso gioco dei traders di breve periodo.
Queste due tipologie di investitori raramente sanno della reciproca esistenza, ma giocano sullo stesso campo e si corrono incontro.
Quando si scontrano ... qualcuno si fa male!
Ma è difficile comprendere che gli altri investitori possono avere degli obiettivi ben diversi dai nostri: l'aumento dei prezzi persuade tutti gli investitori in un modo in cui il marketing non riuscirebbe mai a fare.
E' una droga che può trasformare cauti investitori in ottimisti sfrenati.
Distaccati dalla realtà sulla scia delle azioni di qualcuno che fa un gioco diverso dal loro.
Una della cose più importanti, quando si tratta di soldi, è comprendere e definire il proprio orizzonte temporale tenendolo bene a mente, senza lasciarsi convincere dalle azioni e dai comportamenti di persone che fanno giochi diversi dal nostro.
Il consiglio pratico è proprio quello di mettere per iscritto la propria "dichiarazione di intenti".
Qualcosa come: "sono un investitore che crede nelle capacità del mondo di generare una crescita economica reale. Confido che nei prossimi 10-20-30 anni questa crescita andrà a beneficio dei miei investimenti".
Può sembrare un consiglio bizzarro, ma quando si mettono le cose nero su bianco si prende un impegno con sé stessi.
Rileggendo poi il tutto nei momenti di debolezza, si può capire meglio che tutto ciò che non ha a che fare con la propria "dichiarazione di intenti" (il mercato ribassista dell'anno, la possibile recessione alle porte...) fa parte di un gioco che non
è il nostro.
Quindi non gli si presta attenzione e non ci si fa persuadere da questo canto di sirena.
Dopo le possibili sirene dell'ottimismo con il capitolo 16, ti racconterò a Settembre della "Seduzione del pessimismo" con il capitolo 17.
Perché se l'ottimismo suona come uno slogan pubblicitario, il pessimismo può suonare come qualcuno che ti vuole aiutare...