Nella mia 4 Minuti della settimana scorsa ho voluto approfondire il valore di un "buon consiglio".
Quel consiglio esperto e qualificato di quando si parla di investimenti, pianificazione finanziaria e finanza personale.
In Italia, il settore della Consulenza Finanziaria offre oggi alcune opzioni per chi desidera avvalersi della guida di un professionista in merito alla gestione del proprio patrimonio.
Ma quanto sono veramente utili e trasparenti queste diverse opzioni per il cliente finale?
Ecco allora un’analisi dei 4 principali modelli di consulenza, utile a portarti verso una scelta il più possibile consapevole, ed a capire quale può rispondere meglio alle tue esigenze.
Perché il primo passo è prendere consapevolezza del fatto che il (bravo) Consulente è indispensabile in una logica di benessere finanziario, così come il medico è imprescindibile per il benessere in tema di salute.
1. Consulenza base con costi incorporati
Il modello più diffuso nel nostro Paese è quello della consulenza “tutto compreso”, in cui i costi sostenuti dagli investitori sono tutti nelle commissioni dei prodotti d’investimento.
Banche e reti di consulenza utilizzano ampiamente questa formula, con retrocessioni (vanno generalmente dal 50 al 70% dei costi del prodotto sottoscritto) riconosciute al consulente e alla sua società (o banca) mandante.
Da una parte, questo sistema rende accessibile a molti risparmiatori una consulenza (si spera) professionale e continuativa.
Dall’altra, i costi possono risultare opachi, e il rischio di conflitto d’interessi è concreto poiché il consulente potrebbe essere incentivato a proporre i prodotti più costosi, e non necessariamente quelli più adatti alla propria clientela.
2. Consulenza evoluta a commissione esplicita
La consulenza evoluta aggiunge ai tradizionali costi dei prodotti sottoscritti, una commissione esplicita utile ad ottenere dei servizi aggiuntivi, o la possibilità di accedere a prodotti d'investimento esclusivi.
In molti casi, però, si tratta di un (non banale) costo in più per il cliente, in cambio di un servizio assente, o assolutamente inutile.
Questo tipo di consulenza dovrebbe infatti prevedere reali offerte esclusive, una maggiore frequenza nel monitoraggio del portafoglio, incontri periodici con specialisti, oltre che un approccio fortemente orientato al raggiungimento di precisi obiettivi
personali.
Nella sostanza si traduce molto spesso in un onere aggiuntivo per il cliente, a riduzione delle performance potenziali dei suoi investimenti, e in una voce di guadagno in più per la banca o società d'investimento.
Fuffa, insomma.
3. Consulenza indipendente “fee only”
Con il modello “fee only” la consulenza è pagata dal cliente tramite parcella, e il consulente, per legge, non riceve alcuna forma di incentivo dalle società prodotto o da altri intermediari.
Questo sistema, utilizzato soprattutto dai consulenti indipendenti, garantisce trasparenza e sradica alla base possibili conflitti d’interesse.
Il costo del servizio può variare dallo 0,2 all’1% del capitale investito, ma è spesso rivolto a soli clienti di elevato standing, con importanti patrimoni in gestione.
La svizzera UBS, ad esempio, prevede una soglia di ingresso di un milione di € per poter usufruire di questo modello di consulenza.
Sono ancora molto pochi i consulenti indipendenti oggi operativi in Italia, ma ritengo questa modalità assolutamente valida per il cliente finale.
4. Consulenza ibrida con incentivi restituiti
Esiste infine un modello intermedio, che cerca di bilanciare trasparenza e flessibilità.
Con il modello ibrido, il cliente paga una commissione esplicita (fee on top) in cambio della restituzione degli incentivi percepiti dall'intermediario sui prodotti d'investimento sottoscritti.
Questo approccio consente di limitare i potenziali conflitti d’interesse, e di offrire così un servizio di qualità con maggiore garanzia di trasparenza sui costi.
Qual' è il modello adatto a te?
So bene che, per chi non è del settore, non è facile districarsi tra queste opzioni.
Scatta allora la stima e la fiducia, si spera ben riposta, nei confronti del professionista.
Occorre però essere consapevoli che la consulenza in tema di investimenti si paga.
Molto spesso anche profumatamente, in cambio di un servizio assente o non all'altezza.
Come tutti gli ambiti ed i settori, anche il mondo della consulenza finanziaria è in costante evoluzione, ma ricorda sempre: la qualità delle competenze e del servizio ricevuto può fare la vera differenza.
Quando la Consulenza ha la c maiuscola, quello che può apparire come un costo si rivela in realtà la prima forma di investimento produttivo.