Rialzisti o ribassisti.
Ottimisti o pessimisti.
Cash is trash o cash is king.
I mercati finanziari sono un viaggio continuo tra l'emotività degli investitori.
Se per anni abbiamo sentito dire che il denaro fermo è terribilmente inefficiente ("cash is trash"), soprattutto in un contesto di elevata inflazione e bassi tassi d'interesse, oggi forse il cash è un po' più "king", perché
avere
della liquidità (non certo ferma e dormiente in conto corrente, ma parcheggiata in titoli obbligazionari a breve termine o conti deposito) pronta a cogliere le occasioni che il mercato saprà regalare può essere una scelta saggia.
E proprio così sembra pensarla anche il grande Warren Buffett, che sta costantemente incrementando il livello di liquidità nel suo portafoglio, dopo aver ridotto la partecipazione in colossi come Apple, Bank of America, e altri ancora.
Del resto, i tassi d'interesse sono oggi ben più elevati che in passato, e si confrontano con Borse sui massimi storici.
Quando ciò accade, il rischio/rendimento di restare investiti in titoli azionari inizia a diventare, se non altro dal punto di vista scolastico, sfavorevole.
Per quale motivo rinunciare allora al rendimento sicuro di un'affidabile titolo di Stato, se in fin dei conti è lo stesso che offre oggi il più volatile, e di conseguenza
rischioso, mercato azionario?
E' una domanda che, guardando ai semplici numeri, si stanno ponendo in tanti: la Borsa americana vale oggi 22 volte gli utili attesi.
Il rendimento virtualmente espresso dal suo indice principale è pari al 4,5%, e la sua capitalizzazione è fuori scala perché vale il doppio del Pil americano.
A questi livelli il rischio di una correzione è piuttosto concreto.
Passando all'ambito obbligazionario, il Treasury (titolo di stato USA) con durata 2 anni offre rendimenti al 4,36%, pertanto di poco inferiori al possibile upgrade azionario, caratterizzati però da una rischiosità di gran lunga inferiore.
Detenere della liquidità porta allora a proteggersi da eventuali storni di mercato, evitando di rimanere intrappolati in investimenti sopravvalutati.
Inoltre, quando i mercati scendono, le occasioni aumentano, e la liquidità è lì, pronta eventualmente per essere investita.
Come dice Buffett dunque, la liquidità oggi ben remunerata rappresenta una riserva strategica per investire in modo più efficiente domani.
Ecco perché (non solo lui) ha deciso di sposare il detto "cash is king".
Ovvio, nessuno può dire quando l'azionario incontrerà uno stop dopo oltre due anni di rialzi eccezionali.
Gli ottimisti guarderanno con ribrezzo il nuovo e crescente partito del "cash is king", e continueranno a preferire una posizione molto aggressiva sull'azionario.
I più guardinghi inizieranno invece a prendere in parte profitto dagli investimenti azionari dopo due anni di vacche grasse, per preservare un gruzzolo comunque remunerato da obbligazioni a breve scadenza, conti deposito, soluzioni monetarie e quant'altro.
Nell'attesa di ri-allocarlo nel mercato azionario quando il rapporto rischio/rendimento dovesse tornare più vantaggioso.
La chiave sta sempre nel bilanciare prudenza e opportunità, senza inseguire rendimenti a tutti i costi in un mercato potenzialmente instabile.
In conclusione, è ora di ripensare la liquidità?
Essere liquidi non significa rinunciare a investire, ma scegliere quando farlo con maggiore consapevolezza.
Oggi il cash non è più “trash”, ma una risorsa strategica, utile a navigare in un mercato incerto.
E tu, cosa ne pensi?
Preferisci restare investito, o tenere un cuscinetto di liquidità per eventuali opportunità future?