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www.davideberto.it2025-06-16
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    L'IMPORTANZA (O MENO) DEI CONFINI NAZIONALI PER I MERCATI AZIONARI EUROPEI

    In un mercato finanziario sempre più globalizzato, la composizione degli indici azionari di ogni singolo paese europeo racconta una storia interessante, talvolta controintuitiva, messa in luce da una recente analisi della banca d'affari newyorkese Goldman Sachs.

    Quando si tratta di investire nelle borse europee ma non solo, è fondamentale capire da dove arrivano i ricavi delle aziende quotate.

    Quanto dipendono dalla domanda interna di ogni paese, e quanto, invece, sono legati al fattore export.

    Perché questo?

    Perché un’economia globale sempre più instabile può rendere i tuoi investimenti più o meno vulnerabili alle turbolenze esterne.


    Secondo Goldman Sachs, le borse europee sono decisamente più internazionalizzate rispetto al mercato americano.

    Solo il 40% dei ricavi dello Stoxx Europe 600 proviene infatti dall’Europa, mentre addirittura il 70% dei ricavi dell’S&P 500 si concentra negli States.

    Un dato che fa riflettere sul peso degli scenari globali per chi investe nel Vecchio Continente, influenzando la capacità di questi indici di resistere alle turbolenze internazionali, come geopolitica, guerre o dazi commerciali.

    Il confronto tra i principali listini europei rivela differenze significative, soprattutto tra Piazza Affari e le altre borse.
    Vediamole assieme.

    ITALIA: listino autarchico, ma non per questo privo di rischi
    Le aziende quotate in Borsa Italiana sono molto esposte al mercato nazionale: circa il 45% dei ricavi dei titoli del Ftse Mib proviene infatti dall’Italia.
    Se allarghiamo il campo anche al resto dell’Europa, la percentuale sale al 69%.
    Questo è dovuto all'importante peso di settori come banche e utility, che operano principalmente a livello domestico.
    Tra i grandi nomi, Intesa Sanpaolo è molto focalizzata sull’Italia, mentre UniCredit ha una maggiore vocazione internazionale.
    Ci sono tuttavia anche aziende italiane quotate molto globalizzate, come, ad esempio, Moncler, Stellantis, Ferrari, STMicroelectronics e Prysmian.
    Questa composizione rende Piazza Affari più difensiva nei confronti delle turbolenze globali, ma, allo stesso tempo, decisamente esposta alle dinamiche politiche ed economiche interne.

    GERMANIA e FRANCIA: respiro internazionale
    Il Dax tedesco è l'opposto di Piazza Affari.
    Solo il 19% dei ricavi delle sue società proviene infatti dal mercato interno, mentre il resto ha origine europea e oltre.
    Questa internazionalizzazione è legata al forte peso nel paniere dei titoli industriali e tecnologici, con aziende come SapSiemens e Allianz a forte vocazione internazionale, che generano oltre l'80% dei loro ricavi fuori dai confini tedeschi.
    Anche il Cac 40 francese segue questa tendenza: appena il 15% del fatturato delle sue società viene dalla stessa Francia.
    Includendo anche l'Europa, il peso dei ricavi dei titoli quotati sul Cac 40 arriva ad attestarsi al 39%.
    Multinazionali come L’Oréal e LVMH dominano il listino, con oltre il 50% della capitalizzazione dell'indice francese proveniente da titoli industriali e dei consumi discrezionali.
    Pensa, tra le prime 10 aziende per capitalizzazione, solo 3 hanno ricavi legati alla Francia superiori al 10% del totale.
    Due listini, quello tedesco e quello francese, fortemente in balia delle dinamiche internazionali extra europee.

    SVIZZERA: campionessa dell’internazionalizzazione 
    La borsa svizzera, rappresentata dall’indice SMI (Swiss Market Index), è di gran lunga il listino più internazionale d'Europa.
    I titoli quotati alla Borsa elvetica realizzano infatti solo il 6% dei ricavi all'interno dello stato.
    Il paese, considerato porto sicuro per eccellenza a livello borsistico, è costituito da grandi gruppi che realizzano all'estero la gran parte dei ricavi.
    Il 24% del loro giro d'affari è realizzato in Europa, mentre negli Stati Uniti viene realizzato addirittura il 36% del fatturato, un livello record.
    Ma di chi stiamo parlando?
    Nestlé, Roche, Novartis, Richemont... fa eccezione solo la finanziaria UBS con il 25% dei ricavi realizzati in patria.

    L’analisi di Goldman Sachs dimostra allora che ogni Borsa ha le sue peculiarità, e capire la composizione di un indice è fondamentale per valutarne i rischi e le possibili opportunità, in base all'aggiornato contesto di mercato.
    Ecco una regola semplice che ho sempre fatto mia: diversifica accuratamente i tuoi investimenti per aree geografiche e per settori, destinando importi contenuti alle possibili scommesse nazionali o settoriali.
    Questo, soprattutto in presenza di un contesto economico alquanto  imprevedibile come quello attuale.
    Con la recente elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, sembra tornare prepotentemente alla ribalta il tema dei dazi.
    Il futuro non si presenta facile, diventa quindi molto utile capire come tutto questo possa impattare sul mercato azionario.
    Investire il denaro, come dimostra anche questa mia 4 Minuti, è cosa altamente complicata, per questo contare su un esperto di consulenza finanziaria è, e rimarrà anche in futuro, assolutamente fondamentale.
  • Ti auguro in conclusione un felice fine settimana.
    Un caro saluto.

    Davide