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www.davideberto.it2025-06-16
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    EMOZIONI E INVESTIMENTI: LA PAURA

    Da sempre le emozioni sono energia per le nostre scelte, anche per quelle che riguardano il denaro e l'uso del patrimonio.
    A volerla prendere un po' alla larga, se il genere umano non si fosse fatto guidare dalle emozioni, con molta probabilità si sarebbe estinto.

    Quando si ha a che fare col denaro, il risparmio e, soprattutto, con gli investimenti, le emozioni che vengono chiamate in causa sono 5:
    . Paura
    . Fiducia
    . Coraggio
    . Rimpianto
    . Desiderio
    Dopo che, una per volta, te le avrò presentate, sono sicuro che sarà più chiara ai tuoi occhi la loro incidenza nelle scelte finanziarie, e capirai quanto il Goal Based Investing (l'investire per obiettivi, il dare un nome ai soldi) può giocare un ruolo attivo in questo campo.
    Oggi voglio parlarti approfonditamente (sarà una newsletter piuttosto lunga questa mia...) della Paura, per trattare poi le altre quattro nelle mie future 4 Minuti.
    Let's go!

    Molto spesso le paure che viviamo nel corso della nostra vita hanno un peso di gran lunga maggiore rispetto ai reali pericoli.
    C'è chi, quei pericoli, li sottostima, e chi invece li ingrandisce.
    La Paura funziona così:
    - valuta incessantemente i pericoli (cioè i rischi reali) della nostra vita;
    - a volte ci azzecca, salvandoci magari la vita, altre volte, al contrario, se ne discosta ampiamente.

    Come potrai dedurre, si possono ricavare due importanti lezioni da tutto questo:
    - le paure e i pericoli non sempre coincidono;
    - avere le paure "giuste", a volte, è una questione di contesto.

    Imparare a distinguere le paure dai pericoli mi permette così di introdurre uno dei paradossi più importanti del mondo finanziario e degli investimenti: il "Behavior Gap".
    La paura, zelante e fedele amica, ha due importanti impatti sui nostri investimenti:
    1. Ci tiene a debita distanza da quegli investimenti i cui prezzi tendono a oscillare nel tempo (per esempio, quelli sui mercati azionari).
    Se invece i prezzi tendessero a crescere stabilmente o fossero più prevedibili, la paura dormirebbe sonni tranquilli.
    2. Se riuscissimo a superare il primo ostacolo e investissimo, per esempio, in azioni o obbligazioni con una discreta oscillazione dei prezzi, la paura ci metterebbe costantemente fuori tempo rispetto alle oscillazioni stesse.
    Quando dovremmo aver paura non ne abbiamo, e quando, invece, non dovremmo averne, attiviamo il "protocollo di sopravvivenza".

    Anche se sappiamo perfettamente che i prezzi degli investimenti salgono e scendono di continuo, dal punto di vista comportamentale facciamo fatica a resistere a questo iter da manuale:
    1. Se i prezzi non crescono granché, non siamo molto attratti dall'investimento;
    2. Quando i prezzi iniziano a crescere, cominciamo a farci un pensierino.
    I prezzi crescenti trasmettono un senso di sicurezza e ci fanno pensare che il trend continuerà in futuro;
    3. Se i prezzi continuano a crescere, la magia è fatta.
    E' difficile resistere all'acquisto.
    Se non investissimo, ci sentiremmo degli stupidi;
    4. Decidiamo allora di acquistare ed entriamo nel mercato;
    5. Un consolidamento positivo del trend, molto probabilmente ci farà sentire dei geni della finanza e ci porterà a pensare: "Eh sì, sono un drago degli investimenti!";
    6. Però, come in ogni cosa in cui si investe, ciò che va su prima o poi torna indietro.
    In questa prima fase, se la discesa dei prezzi è contenuta e siamo ancora in guadagno, aspettiamo fiduciosi l'inversione di tendenza;
    7. Se invece i prezzi degli asset continuano a scendere oltrepassando il nostro prezzo di acquisto, allora al primo piano del nostro cervello la paura comincia a sbraitare: "Hai sbagliato! Stai perdendo i tuoi soldi!!";
    8. Se il trend negativo perdura per un po' e non si vede all'orizzonte alcuna inversione di tendenza, ecco che il nostro simulatore mentale si andrà ad attivare iniziando a stimare il pericolo di perdere tutto.
    Il "protocollo di sopravvivenza" ci farà così uscire dai mercati ad ogni costo.

    Quale sarà il risultato?
    E' probabile che, dopo aver comprato a 100, venderemo a 90 o 80, se non meno, portando così a casa una perdita.

    Cosa accade, però, se l'investimento fatto è ampiamente diversificato, ossia è costruito in modo tale che, passato un tempo congruo, il rischio di perdere tutto o parte del portafoglio è molto molto basso?
    In questi casi la Paura non assolve alla sua funzione di protezione.
    I prezzi degli investimenti molto diversificati e di valore potranno anche scendere, ma, a un certo punto, riprenderanno la loro corsa all'insù.
    La Paura rischia allora di farci perdere soldi, anche se gli investimenti o i mercati finanziari tendono a crescere e a ottenere importanti risultati nel tempo.

    In questo contesto, il "Behavioral Gap" è la differenza, in un dato arco temporale, tra il rendimento ottenuto dagli investitori (che in preda alle emozioni entrano ed escono dall'investimento) e quello ottenuto dall'investimento (ovvero dal portafoglio o dal mercato in sé, senza cioè la movimentazione dell'investitore).
    Corrisponde in pratica a quanto sarebbe stato possibile ottenere dagli investimenti, meno quanto effettivamente è stato ottenuto dagli investitori.
    Il decennio 2012-2022 statunitense ha visto un rendimento medio dei fondi di investimento pari al 7,7% annuo, contro il 6% medio annuo registrato dagli investitori.
    Registrare un -1,7% all'anno per un arco di tempo di dieci anni significa registrare alla fine del periodo un -30% di rendimento sul capitale investito inizialmente.

    Indubbiamente il mondo globalizzato intorno a noi ci restituisce ogni giorno, attraverso i media, una sensazione di pericolo e di incertezza.
    Se guardassimo esclusivamente a ciò che accade a livello globale, ogni anno ci sarebbero effettivamente diversi buoni motivi per non investire e per assecondare la paura.
    Se avessimo però avuto coraggio e si fosse deciso, nonostante tutto, di investire e tenere il denaro investito nel tempo, avremmo ottenuto dei risultati estremamente positivi.
    I numeri non mentono: decidere di costruire un investimento diversificato globalmente è sempre stata (e sicuramente lo sarà anche in futuro) un'azione resiliente.
    Questo è dovuto al fatto che il valore su cui si "scommette" si basa sulla capacità di miliardi di persone di progredire economicamente.
     
    In conclusione, negli investimenti costruiti con il giusto grado di diversificazione e con una solida prospettiva futura, la paura e il simulatore dei pericoli reali non funzionano quasi mai in maniera appropriata.
    Mentre nella vita quotidiana (al di fuori del mondo della finanza e degli investimenti) la paura si comporta egregiamente e ci aiuta di solito a evitare i pericoli più importanti, nel mondo degli investimenti a parità di segnali non è detto che corrisponda pari attendibilità, viste le peculiari caratteristiche del settore.
    Come se ne esce?
    Grazie all'aiuto di due emozioni che vengono a darci manforte: la fiducia e il coraggio.
    Te ne parlerò tra due settimane nella mia 4 Minuti di Venerdì 30 Maggio.
  • Ti auguro un buon fine settimana.
    Un caro saluto.

    Davide