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www.davideberto.it2025-06-16
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    L'ALTO COSTO DELLA LONGEVITA'

    Vivere felici e contenti.
    Succede in genere solo nelle favole, nella realtà basterebbe vivere tranquilli.
    E se la longevità è in senso assoluto una buona notizia, oltre che una conquista importante, programmarla è ancora un'impresa titanica.

    Fare i conti con il futuro e proiettare la nostra vita a quando non ci sarà più il supporto del reddito periodico richiede impegno, programmazione, realismo, ma soprattutto un buon livello di educazione finanziaria.
    E in Italia non ce n'è.
    O, se c'è, è troppo poca.
    Ed è proprio questo il primo scoglio contro il quale si scontra anche chi ha lungimiranza e le migliori intenzioni.
    Il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale.

    Si stima che entro il 2040, il 32% degli italiani avrà più di 65 anni.
    Oltre al deficit educativo, ci sono altri ostacoli da aggirare sul lungo percorso della longevità.
    Il più ostico è forse quello culturale: 1.500 miliardi parcheggiati oggi sui conti correnti.
    Non rendono praticamente nulla, certo non corrono rischi, se non quello (non certo banale) di venire sicuramente erosi dall'inflazione e ingessare la potenziale crescita del capitale.
    Non solo.
    Ci sono tanti immobili sfitti per paura di affittarli: in questo caso rappresentano più un fardello (costano e si deteriorano) che un'opportunità.
    C'è poi la scarsa propensione a diversificare: la tendenza è investire in ciò che si conosce, o meglio, che si crede di conoscere, spesso facendo male i conti e affidandosi a chi ci dice ciò che vogliamo sentirci dire, più che quello che veramente ci è utile, senza dare la giusta importanza alla variabile costi.
    Si acquista ad esempio un fondo a cedola nella convinzione che sia sempre garantita una rendita periodica.
    Peccato che il più delle volte quella rendita arrivi dal capitale investito, erodendolo, e non dalla sua rivalutazione.
    Non ultimo l'aspetto fiscale, che tante volte spinge a scegliere una soluzione di investimento non tanto sulla base di ciò che serve, ma di ciò che conviene, almeno fino a quando le aliquote non cambiano.
    E anche questo è un altro aspetto da non sottovalutare, visto che negli anni i vari governi hanno modificato (spesso al rialzo) la tassazione degli strumenti finanziari.

    Quindi?
    Bisogna diventare consapevoli che vivere di più ha un costo.
    Ed è per questo che informarsi non può più essere una scelta, ma una tappa obbligata, cominciando a entrare nell'ottica che acquistare prodotti non basta, bisogna richiedere servizi finalizzati a una programmazione di lungo termine della propria vita.
    Ciò significa individuare soluzioni che abbiano magari un margine di rischiosità maggiore nella fasi iniziali dell'investimento, da ridurre poi progressivamente con l'avanzare dell'età.
    Hai mai sentito parlare di logica lifecycle?
    Tutto questo non può ovviamente accadere se non c'è educazione finanziaria.
    E anche, soprattutto, se non si comincia a mettere i giovani nelle condizioni di accantonare somme, anche modeste, non appena ne abbiano la possibilità.

    Il grande Warren Buffett è solito a dire: "C'è qualcuno seduto all'ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa".
    Questo per ricordare sempre che risultati sostenibili e degni di nota sui mercati finanziari richiedono tempo e soprattutto una pianificazione a lungo termine.
    Chiaramente tanta pazienza, poca emotività e fiducia in un consulente esperto andrebbe a dipingere il quadro perfetto.
    Non spaventiamoci quindi del futuro, ma osserviamolo e intercettiamolo, perché investire correttamente oggi significa lavorare sulla serenità del domani.
    E, come abbiamo visto, ce n'è un gran bisogno.
  • Il mio augurio, in conclusione, di un sereno fine settimana.
    Un caro saluto.

    Davide